Il territorio
dei comuni di Santa
Marinella, Civitavecchia, Tolfa e Allumiere comprende una varietà di
elementi geologici e archeologici di notevole rilevanza scientifica.
Con una campagna ben conservata che per più di 11500 ettari è dedicata
al pascolo e resa ZPS (zona a protezione speciale) è un unicum nel
Lazio. Archeologicamente il territorio manifesta presenze che attestano
una forte continuità di occupazione, dal paleolitico medio fino ai
nostri giorni. Interessante è la forte presenza di insediamenti
dell’età del bronzo finale (aspetto detto un tempo “protovillanoviano”)
che attestano una organizzata presenza pre-etrusca. Già nell'ottocento
viaggiatori e archeologi quali W. Abeken (Mittelitalien, 1843) e G.
Dennis (The Cities and Cemetries of Etruria, 1848) parlano dei resti
romani e preromani che incontrano visitando queste zone, restandone
meravigliati. A partire dal 1840 gli scavi condotti da Donna Teresa
Caetani duchessa di Sermoneta mettono in evidenza le bellissime ville
romane del litorale di Santa Marinella e la necropoli di Pian Sultano
sopra Santa Severa. Nel 1881 il barone Adolfo Klitsche de la Grange
effettua degli scavi ad Allumiere scoprendo la prima tomba
protovillanoviana del circondario. Nel 1864 sul litorale di Santa
Marinella, in località Capo Linaro, padre Angelo Secchi (a lui si deve
il meridiano passante per Monte Mario) imbarcato sulla
pirocorvetta pontificia, comandata dal commodoro Alessandro Cialdi,
effettua i primi esperimenti di trasparenza dell'acqua. Nel 1933 sempre
a Capo Linaro, nella Torre Chiaruccia, Guglielmo Marconi installa il
suo laboratorio sperimentale sulle trasmissioni radar. Nel 1964 il
Dr. O.Toti effettua lo scavo su Monte Rovello (Allumiere) di un abitato
dell'età del bronzo recente e finale, con una rioccupazione etrusca, e
vi rinviene un frammento di ceramica micenea del periodo Tardo Elladico
IIIC2 (1150-1100 a.C.) che (insieme a quelli di Luni e San Giovenale)
attesta contatti di natura commerciale, forse solo indiretti, tra i
Micenei e le popolazioni pre-etrusche del Lazio antico .Geologicamente
la zona è altrettanto interessante grazie ai monti della Tolfa e alle
miniere del ferro e dell'allume presso di Allumiere. Qui troviamo il
famoso flysch tolfetano (roccia sedimentaria clastica) e rarissimi
microminerali come la wavellite (Al4(PO4)2(OH,F)3
5(H2O) ) e il
realgar (As4S4). Inoltre nel 1992
analizzando il terreno dell'argine di
Fosso Cupo, presso Tolfa, fu scoperta una nuova sottospecie di
radiolare (microfossile), la Crucella cachensis tolfaensis. Infine
anche l'aspetto naturalistico non va sottovalutato visto che in
particolare sui monti della Tolfa esistono 130 specie di uccelli, 30 di
orchidee e circa 90 di farfalle ed è presente una rara felce, la
Osmunda Regalis. Vanno poi ricordati, vista l'altitudine insufficiente
e il clima nostrano, due insoliti boschi, uno di betulle presso la
caldara di Manziana e l'altro di faggi presso il centro di Allumiere. I
due fiumi che delimitano il territorio (il Mignone a nord e il Riofiume
a sud) presentano una fauna acquatica con pesci (Leuciscus
souffia) e granchi (Potamon fluviatile) e numerosi invertebrati che
svolgono l'importante funzione di indicatori ecologici per monitorare
la qualità dell'ecosistema.
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